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In questi giorni fa proprio caldo!

R.: secondo voi che temperatura abbiamo questa mattina in classe?

Che caldo!x–> 1 bambino

20°-21°             X
26°-27°             XX
29°-30°-31°    XXXXXXXX
32-33°              XX
36°                     X
40°                    XX

Ale ed Eli sono andati a leggere il termometro, segnava 30 gradi.
Nelle previsionei una bambina aveva detto 50°, è stata contestata, per cui ha cambiato idea.
R.: perché non 50°?
Eli: perché saremo già morti.
Mati: è un po’ troppo per giugno, magari per luglio-agosto…
Car: se la temperatura fosse a 50 gradi, gli alberi e le piante si seccherebbero senza acqua.
Yor: 50° è troppo caldo.
Giuli: 50° è un po’ troppo caldo, ti devi mettere o in canottiera o una maglietta leggera.
.. magari in costume!
Fran: 50° per me non esistono nemmeno sul termometro, non è mai successo qua, magari in altri paesi caldi sì.
Davi: in Africa magari!
Mat: non è vero che non esistono nel termometro, devi andare in ospedale se fa troppo caldo.
Marc: E’ successo in America che da quanto caldo c’era, gli alberi si sono bruciati.
Mat: il nostro corpo ha la temperatura giusta.
Davi: 36°.
R.: e se la temperatura del corpo aumenta?
Davi: ti viene la febbre, se il nostro corpo è a 36° come fa l’aula ad essere di meno?
R.: cosa succede al corpo se la sua temperatura aumenta?
Giuli: quando il corpo è troppo caldo ti viene la febbre oppure sudi. La maglietta si bagna.
Ali: se vai in montagna c’è tanto sole e ti viene il mal di pancia.
Ele: oggi mi sentivo male, la mamma mi ha messo la mano sulla fronte ed era un po’ calda. Io le ho detto che era per il caldo, non per la febbre.
Robi: L’unica misura del nostro corpo è 36°, se la nostra temperatura si alza stiamo male, si sente caldo, non resisti.
Yor: i bambini quando corrono e fa caldo perdono fiato.
Giu: forse il sudore è una strategia per ripararsi dai microbi.
R.: Magari è una strategia del corpo per difendersi dal troppo caldo, cosa ne pensate?

Car: quando corri e fa caldo diventi tutto rosso..
Mat:
a me vengono i puntini sulla pelle.
Ann: ti manca anche il respiro.
R.: Io vedo che quando avete caldo andate sempre in bagno a bagnarvi e a bere, perché lo fate?

(Scrivete le vostre risposte nei commenti…)

Un orto per due scuole

OrtoScuola: “Andersen” – 5 anni
Insegnante: Aiolfi- Quaglietta
Disciplina: ECONOMIA

La continuità è uno dei fondamenti teorici della scuola, che si concretizza in azioni di collaborazione e condivisione di obiettivi tra ordini diversi. Parole chiave per realizzare concretamente questo percorso sono orizzontalità, verticalità e multidisciplinarietà che vede coinvolti attori diversi all’interno e all’esterno della scuola. La famiglia e il territorio sono elementi fondamentali per incanalare idee che nascono all’interno della scuola, ma che si realizzano spesso per l’interessamento e l’intervento delle famiglie, dando accesso a contesti sociali, che altrimenti rimarrebbero chiusi.
” La scuola persegue una doppia linea formativa: orizzontale e verticale. La linea verticale esprime l’esigenza di impostare un formazione che possa poi continuare l’intero arco della vita; quella orizzontale indica la necessità di un’attenta collaborazione tra la scuola e gli attori extrascolastici con funzioni di vario titolo educativo” (Indicazioni per il curricolo).
La scuola dell’infanzia Andersen, la scuola primaria Nievo e l’Istituto Agrario “Lorenz” di Mirano stanno lavorando da ottobre ad un progetto che si occupa della realizzazione di un orto nel giardino della scuola dell’infanzia. Il progetto è partito da un lavoro della commissione di Economia a cui le insegnanti del I° Circolo di Spinea lavorano da anni in continuità e quest’anno ha coinvolto anche i ragazzi dell’Istituto Agrario, che ci offrono competenza ed aiuto tecnico per la semina e la gestione. È sicuramente un progetto innovativo che vede coinvolte età molto diverse per la realizzazione di un prodotto comune.  Il progetto è partito dalla volontà di lavorare insieme insegnanti e bambini di ordini scolastici diversi, grazie allo scambio continuo che le insegnanti promuovono all’interno della commissione. Il lavoro di questi anni ha cercato di mettere insieme risorse diverse presenti sul territorio, prima fra tutte le famiglie e le realtà economiche, per perseguire un apprendimento reticolare e interdisciplinare. L’orto è diventato il pretesto per coinvolgere grandi e piccoli. La semina dei piselli ha visto i ragazzi del “Lorenz” impegnati nella spiegazione dei vari passaggi da eseguire e nell’aiuto reciproco sul posto. Già negli anni passati i bambini dell’infanzia e della primaria avevano svolto progetti in collaborazione, denotando quanto importante sia il sostegno e il supporto che il bambino più esperto può dare al meno esperto. L’apprendimento che passa nel lavoro tra bambini è significativo e ricco di spunti, delle volte molto più efficace di quello che passa attraverso un insegnamento frontale adulto-bambino. La possibilità di coinvolgere un’altra età è diventata ulteriore possibilità di apprendimento condiviso e di apertura al dialogo e alla costruzione di saperi.
OrtoSiamo ancora all’inizio e le strade che si possono aprire sono tante. Le insegnanti cercheranno di sfruttare il più possibile i momenti di lavoro insieme, momenti di scambio concreto fatto di spostamenti fisici tra le scuole e di discussioni e narrazioni che proseguono in classe e che diventano consolidamento dell’esperienza. Molta attenzione viene data alle proposte dei bambini che si sentono coinvolti in prima persona nel “fare”, “osservare”, “ipotizzare” e “verificare”.
La continuità è un percorso che va costruito a piccoli passi, ma che può portare a grandi idee pensate, condivise, costruite e realizzate insieme.

Le parole dei bambini:
Sono tutti gli attrezzi : il rastrello, la pala, la zappa che servivano per fare l’orto. La zappa serviva per dare aria alla terra perché muove tutta la terra e l’aria può entrare tutta dentro. Il ragazzo grande Davide stava zappando. Poi noi abbiamo passato i rastrelli, che servivano per appiattire il terreno e poi alla fine abbiamo seminato i piselli. I bambini più grandi ci hanno insegnato cosa fare per preparare l’orto…

Sono i ragazzi più grandi che zappano il terreno perché fanno la terra più morbida. Con la zappa infilavano un po’ la zappa e poi tiravano su la terra e la giravano. Poi abbiamo passato il rastrello perché così si appiattiva un pochino la terra per farla diventare tutta uguale. E poi abbiamo seminato i semi di piselli.

Abbiamo scavato la terra e poi abbiamo messo i semi dei piselli. I ragazzi grandi ci hanno mostrato come fare e poi con il rastrello noi con calma siamo andati avanti e indietro per mettere i semi bene e poi abbiamo aperto coperto con la terra i semi.

Marica Quaglietta

In giro per Spinea con lo scuolabus

Con il vigile alla scoperta dei segnali stradali

Il giorno 29 Aprile siamo andati in giro per Spinea con la vigile Ida e abbiamo visto tanti cartelli: quello della precedenza, il limite di velocità, il divieto d’accesso, il divieto di sosta e tanti altri cartelli.
Alla fine siamo andati in un parcheggio e siamo scesi per vedere un cartello, siamo tornati per via Rossignago .
C’era il cartello dello stop che era a forma ottagonale.
Poi siamo tornati a scuola e abbiamo anche visto il cartello dello scuolabus di colore arancione.

sara

Siamo andati in giro per Spinea con lo scuolabus, abbiamo visto molti cartelli stradali.
Il primo cartello era a forma di quadrato, di colore blu, con disegnato un omino che cammina sulle strisce pedonali.
Il secondo aveva due cartelli, uno a forma rettangolare e l’altro a forma di cerchio, tutti e due avevano una freccia che puntava a destra; abbiamo girato a destra e dopo un po’ abbiamo visto 2 cartelli, uno triangolare con disegnato un dosso e l’altro con disegnato un 30, che significava che non si poteva superare i 30 chilometri all’ora.
Dopo un po’, superata anche la rotonda di via Fornase, abbiamo visto che il limite del 30 era finito, sul cartello c’era una barra; ci siamo anche fermati, perché c’era il semaforo rosso, ma poi è venuto il verde e siamo ripartiti.
Ci siamo fermati per vedere un cartello rotondo azzurro con disegnati un omino e una bicicletta, voleva dire che lì c’era la pista ciclabile e là dovevano correre in bicicletta e anche le persone a piedi.
Poi ci siamo fermati sui parcheggi per riposarci…

 

flaviano

Appena partiti da scuola abbiamo visto il cartello dell’attraversamento pedonale, poi abbiamo visto 2 cartelli uno era del divieto di 50 all’ora, invece l’altro era del senso unico.
Dopo un po’ di strada abbiamo visto il cartello dello stop. La sua forma era ottagonale, dopo ci siamo accorti del cartello triangolare storto, poi abbiamo visto il semaforo rosso, ci siamo fermati ad aspettare il verde.
Abbiamo girato a destra e abbiamo attraversato la rotatoria, ci siamo accorti che 2 metri più indietro c’era il cartello di un dosso, dopo un chilometro abbiamo visto il cartello della precedenza e poi ci siamo diretti verso il Villaggio dei Fiori dove c’erano molte rotonde.

micol

Appena partiti da scuola con lo scuolabus abbiamo visto il cartello che ci dice che c’è un passaggio pedonale, andando avanti ci siamo accorti di due cartelli stradali e abbiamo capito che quello rettangolare con una freccia bianca vuol dire che c’ è una strada a senso unico e l’altro rotondo ci indica che è obbligatorio girare a destra, quindi l’autista ha girato a destra.
Girati in via Matteotti, ci siamo fermati a guardare due cartelli stradali.  Uno ti avvertiva che c’era un dosso, l’altro diceva che non bisogna superare i 50 all’ora.
Andando avanti abbiamo avvistato un cartello che obbligava ad andare dritti e un altro a forma di rombo, giallo e bianco, che vuol dire “che avevamo la precedenza”.
Un cartello rotondo ci obbligava ad andare in rotonda in senso antiorario.
Il cartello ottagonale con dentro la scritta STOP vuol dire che bisogna fermarsi e dare la precedenza prima di immettersi nella strada principale.
Il cartello blu con dentro la scritta la P di parcheggio, ci dice che c’è un parcheggio dove le macchine possono parcheggiare. Qui il pullman si è fermato e noi siamo scesi a vedere i cartelli.
Abbiamo visto le rotatorie, le piste ciclabili e le piste pedonali. §
Perché il giro per spinea con lo scuola bus? Per imparare a conoscere meglio i cartelli stradali e per conoscere meglio le strade della nostra città.

mmmm

Siamo andati in pulmino con i vigili a vedere i cartelli stradali, ne abbiamo visti tantissimi di diversi .
La vigile ci ha spiegato i cartelli stradali, ce n’erano di tante forme diverse , quelli triangolari erano del passaggio pedonale, quello rotondo rosso con la barra bianca in mezzo era un divieto, che dice che non si può passare in quella strada, c’era il cartello con lo STOP che ti dice di fermarti, c’era il cartello rettangolare giallo-arancio con un triangolo dentro che ti dice che là ci sono i lavori in corso, poi c’era un cartello con scritto dei numeri ad esempio: 30, 50, 60, 70 e 80 e sono di colore rosso fuori e dentro bianco.
Poi abbiamo visto un cartello rotondo tutto blu, con due disegni bianchi a forma di un signore sopra a una bicicletta e sotto una signora a piedi e poi abbiamo visto un cartello quadrato con una P che vuol dire parcheggio e la P era tutta di colore bianco su fondo azzurro.
Sulle strade di Spinea ci sono tante piste ciclabili, pedonali e tante strisce pedonali.

Operazione scuole pulite

Venerdì 27 marzo la scuola dell’infanzia f.lli Grimm, ha aderito a “Operazione scuole pulite 2009″,  promossa da Legambiente – Nontiscordardimè, che ha visto bambini, genitori, nonni, zii, insegnanti, lavorare insieme alla cura della propria scuola.

La loro esperienza è stata raccontata in un audiolibro.

Gita alla latteria “Soligo”

Mercoledì 25 marzo noi bimbi delle 2° siamo andati a visitare la latteria “Soligo” a San Donà di Piave.
Siamo partiti alle 8.00 con un meraviglioso autobus a due piani e io mi sono seduta al piano superiore.
Il viaggio di andata è stato divertente, ho chiacchierato con Elena e Marcello per tutto il tempo.
Quando siamo arrivati, per prima cosa ho visto delle autobotti con la scritta “Soligo” parcheggiate davanti alla fabbrica: servono per il trasporto del latte dalla fattoria alla fabbrica.
Siamo entrati e siamo andati a visitare la latteria:  in laboratorio ci hanno mostrato come si pastorizza il latte, cioè come gli si tolgono i microbi, addirittura ci hanno fatto vedere i microbi al microscopio elettronico ingranditi mille volte e anche un cartone di latte ancora da costruire.
Poi siamo andati all’interno della fabbrica dove abbiamo potuto osservare come il latte, tramite un macchinario, viene messo nei cartocci, che poi subito vengono chiusi e poi, sempre questo macchinario mette alle confezioni, appena chiuse, un timbro con la data di scadenza e l’ora di confezionamento.
I cartocci pieni di latte poi vengono trascinati da un nastro trasportatore e raggruppati in ceste da 20 pronte per essere portate nei negozi.
Sapere come confezionano il latte è stato bello, perché così ho idea di cosa avviene al latte da quando viene munto fino a quando arriva nelle confezioni dentro il frigorifero di casa mia. (Francesca  ed Eleonora)